Gustav Mahler Sinfonia Numero 1
Guida all’ascolto a cura di Dario Monticelli
Appuntamento “SoC” 1.1 del 18 febbraio 2021
“Un pubblico che non mi conosce e che non conosce niente della mia musica sarà sempre sconcertato all’inizio, ma io so che non è a causa della mia eccessiva profondità quanto piuttosto della semplicità e della naturalezza del linguaggio”.
Partendo da questa significativa affermazione, scritta da Gustav Mahler nel 1893 ad uno sconosciuto corrispondente epistolare in relazione alle forti perplessità e critiche riscontrate dal pubblico dopo l’ascolto della sua Prima Sinfonia, si è svolto via web l’appuntamento SoC” 1.1 del 18 febbraio 2021.
Dopo l’approfondita guida all’ascolto a cura di Dario Monticelli, si è aperto il dibattito con la partecipazione di: Giulia Cozzi, Romeo Gabriele, Fausto Ceriani, Marco Girlanda e Giuseppe Emmanuele.
Fu una profonda crisi sentimentale ad “aprire la strada” alla composizione della Prima Sinfonia.
Mahler ha 28 anni, è direttore musicale al Teatro dell’Opera di Lipsia e una nuova passione, senza speranza di futuro, lo scuote nell’intimo innescando il suo processo creativo.
Per il giovane Gustav, rifugiarsi nella scrittura musicale per placare i propri tormenti interiori amorosi non era una esperienza nuova. Era già capitato nel 1880 con la genesi di: “Das klagende Lied” avvenuta in concomitanza con la fine dell’amore difficoltoso per Josephine Poisl. Era avvenuto a Kassel nel 1884 ”alla fine della relazione con la cantante Johanna Richter con la composizione dei Lieder “Eines fahrenden Gesellen – opera che ha uno stretto legame con la Prima Sinfonia in termini di contenuti e temi utilizzati.
Questa volta è l’ardente e tormentata relazione clandestina con Marion Von Weber, affascinante e colta donna madre di 3 figli e moglie dell’amico Karl von Weber – nipote del compositore Carl Maria – ad innescare il processo compositivo.“Quelle emozioni avevano raggiunto in me un tale livello di violenza che sono sgorgate fuori tutte d’un colpo, come un torrente impetuoso”.
Ecco le date salienti dell’opera.
La Prima Sinfonia di Mahler ebbe per lunghissimi anni una vita e un riscontro travagliato.
Fu contestata dalla critica del tempo che accusò, in diverse occasioni, il compositore di dare libero “sfogo alla propria frenata soggettività” e di “offendere il senso del bello”.
Fu anche poco compresa dal pubblico che rimase spesso allibito durante le esecuzioni.
Mahler confesserà amaramente: “Nella mia totale incoscienza, avevo allora scritto uno dei miei lavori più audaci, e pensavo ancora ingenuamente che fosse di una semplicità infantile, che sarebbe immediatamente piaciuto e che avrei potuto vivere tranquillamente di diritti d’autore”.
Se la composizione conoscerà una certa popolarità durante gli anni Venti e Trenta del Novecento, è soprattutto merito delle sue proporzioni relativamente contenute e di un organico orchestrale “ragionevole”. Ciò nonostante, non verrà comunque compresa appieno dal pubblico.
Scomparsa in epoca “nazista” come tutto il repertorio mahleriano considerato dalla propaganda di regime emblema della “musica ebraica degenerata”, la Prima Sinfonia troverà nuova luce ed interesse a partire dagli anni Sessanta del ‘900.
Oggi è considerata unanimemente un capolavoro per originalità, modernità anticipatrice delle forme musicali del XX secolo. Particolarmente apprezzate le tematiche, le scelte armoniche e l’orchestrazione.
La Prima Sinfonia documenta la continuità così caratteristica di tutta la produzione Mahleriana tra Lieder e sinfonismo, dove i primi costituiscono la sorgente inesauribile che alimenta l’immenso fiume sinfonico sempre rinnovato.
Al di là delle innovazioni raffinate nell’orchestrazione, già presenti nel manoscritto originale del 1888, la Prima Sinfonia sorprende per la rottura con il passato recente delle composizioni di Wagner e Bruckner, che peraltro Mahler idolatrava.
Scavalcando l’estetica del tardo romanticismo, la Prima Sinfonia ha invece profonde radici immerse nel primo romanticismo tedesco di inizio ‘800, ovvero nei romanzi di Hoffmann, nei Lieder di Schubert, nelle opere di Weber dove trova i suoi temi e la sua ispirazione nel conflitto perenne tra idealismo e realtà.
Per l’ardore, la smisuratezza e gli eccessi l’opera deve infine molto a Liszt e Berlioz.
La totale incomprensione della critica del tempo si può spiegare con l’ignoranza di quel pubblico verso i lavori che fungono da transizione fra i primi romantici e Mahler, ovvero in particolare le composizioni di Berlioz, i poemi sinfonici di Liszt e le ultime opere di Wagner.
Tutto un mondo sonoro è quello disegnato da Mahler nel quale, con alcuni piccoli semi, crescono germogliano alberi immensi e si stagliano montagne impervie anche esse piene di bellezza.
Questo ed altro ancora è la Prima Sinfonia di Mahler.
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